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Ecologisti a Parigi: non solo bobo, ora si corre per l'Eliseo!

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Eva Joly, avversaria di Nicolas Hulot alle primarie presidenziali per Europe Ecologie-Les Verts, dice che Parigi «è moderna e anticipa il futuro, per questo l’elettorato verde è sempre stato così forte».

Qualche cifra, almeno per queste ultime elezioni: nella regione della capitale gli ecologisti hanno conquistato il 20% alle Europee del 2009 (contro il 16% nazionale) e il 16% alle regionali del 2010 (contro il 12%). Borghese, bohème, ecologista: è la Parigi che vota verde.

Si potrebbe fare questa domanda a un giovane membro del Partito Democratico in Italia. Così, per scherno: “Sai quanti anni ha il tipo che si occupa del sito di Eva Joly?” “19!”. Elliot Lepers, pantaloni verdi e capello sbarazzino, si gode il sole del parco Buttes Chaumont, dove ha organizzato un pic nic in onore della candidata, in mezzo a famiglie festanti e decine di giovani che per la prima volta si sono iscritti a un partito. «Studio arti decorative, ma volevo anche seguire una formazione politica. Dopo due mesi di militanza ero già co-segretario nel 13° arrondissement, dopo 6 mesi mi occupavo del sito delle regionali. Ora gestisco quello di Eva». C’è poco da essere modesti, gli “ecolo-geek” come Elliot hanno rivoluzionato il partito: circa 300 giovani che hanno messo gratis a disposizione le proprie competenze informatiche: chi fa la grafica, chi è webmaster, programmatore… Poi naturalmente durante la campagna si viene stipendiati: «Siamo un partito piccolo, che non ha superato il 5% nel 2007, non abbiamo grandi risorse e dobbiamo arrangiarci coi nostri mezzi».

La battaglia Hulot-Joly

Eva lo osserva orgogliosa, e ringrazia gli ecolo-geek, «che hanno girato dei video carinissimi ispirandosi agli eroi ordinari dei miei libri». Sono loro la sua risorsa mediatica contro lo strapotere di Nicolas Hulot, ex presentatore televisivo della trasmissione Ushuaïa su Tf1, presidente della fondazione omonima (che ora ha dovuto lasciare, ndr) e all’origine del Patto Ecologico firmato dai candidati del 2007, Sarkozy compreso. Hulot sente la diffidenza dei militanti, deve convincerli «uno ad uno» perché, spiega, «non tutti comprendono il mio percorso, ma il 90% di loro cambia idea dopo avermi ascoltato».

Qui una bimba gioca con gli occhiali rossi, simbolo della candidata Eva Joly

Sta di fatto che queste primarie hanno coinvolto 1.000 nuovi aderenti in Francia, parecchie centinaia a Parigi. Soprattutto giovani che «possono per la prima volta fare politica in un partito più aperto, meno rigido, conviviale». Parole di Tamara, 30 anni, ricercatrice, che non perde un appuntamento di queste primarie: «Mi affascina far parte di una creatura nuova che sta prendendo forma. Alle riunioni ho persino incontrato ex gollisti delusi dalla destra che hanno sposato l’ideale ecologista!».

Il 60% dei francesi sperano sia il candidato ecologista alle Presidenziali. E per il PS potrebbero essere dolori...In Germania i Verdi hanno conquistato un lander, in Francia hanno sempre alternato alti e bassi. «Anche nel 1989 e nel 1992 avevano fatto uno score importante, superando il Front National», ricorda Erwan Lecoeur, sociologo, autore del libro Des écologistes en politique . «L’elettore ecologista parigino non è borghese, è boheme, vive nei quartieri a nord ed a est della città, ha titoli di studio elevati e guadagna abbastanza bene». Storicamente è così, ma qualcosa è cambiato. «Dal 2009, quando la nuova formazione Europe Ecologie-Les Verts (EELV) si è presentato come una squadra credibile (Eva Joly, Daniel Cohn-Bendit, José Bové, ndr), si sono inseriti nel partito tantissimi astensionisti, ma anche elettori della sinistra radicale, e molti disoccupati».

Il segreto è nell'est di Parigi

Alla Bellevilloise, locale chic del 20° arrondissement, si sono tenuti a maggio gli stati generali del nucleare: ottima vetrina per i candidati nello zoccolo duro dei Verdi francesi. «Qui il pilastro è Guy Philippon, un militante di 84 anni, che ora sta preparando la cena biologica per Eva Joly», mi spiega Patrick Farbiaz, segretario del 20°, dopo una battuta maligna sullo shampoo un tempo sponsorizzato da Nicolas Hulot. «Qui i Verdi fanno il 30% e gli aderenti sono circa 200, storicamente si tratta della piccola borghesia». Ma perché a Parigi l’ecologismo fa così tanti proseliti? «Semplice, nessuno si oppone all’ecologia perché qui ci sono poche automobili, è perfino difficile trovare una pompa di benzina. Inoltre mancano gli spazi verdi e così si creano i gruppi di acquisto solidale, gli orti urbani, le coltivazioni biologiche. Tutto questo a Parigi non è una moda, è una necessità!».

Primarie a doppio taglio

Queste primarie sono pericolose, Dany “le rouge” Cohn-Bendit non è andato al Congresso del partito a inizio giugno in polemica con le decisione di correre alle presidenziali. «Perché i Verdi non capiscono che ad alcune elezioni bisogna rinunciare», spiega Erwan Lecoeur. In pratica, secondo il loro ragionamento, al primo turno del 2012 voterebbero tutti PS e UMP per sbarrare la strada alla temibile Marine Le Pen. E gli ecologisti rischierebbero di nuovo di perdere il rimborso elettorale (previsto solo oltre il 5%). 

 Di origine norvegese, è l'Antonio Di Pietro francese, celebre per le sue gesta da pm nello scandalo Elf Il partito intanto rischia di spaccarsi sui due principali candidati, nonostante il talento della giovane segretaria Cécile Duflot, brava nel tenerlo unito e a giocare il ruolo di arbitro imparziale. Eva Joly, che incarna serietà grazie al profilo di ex magistrato anti-corruzione, è riuscita ad ancorare il discorso politico sui temi sociali e gode del sostegno dei militanti di lunga data. Nicolas Hulot, una volta in pista, potrebbe invece convincere una buona fetta di francesi che per 20 anni l’hanno seguito in televisione e che non hanno mai votato verde. «Io credo nella sua trasformazione, è stata onesta e sincera», spiega Adrien Saumier, 28 anni, ecologeek che nella sera del picnic ha preferito una video-chat con il suo candidato. «Non ho mai guardato la sua trasmissione, ma credo che la sua forza comunicativa può solo fare bene al partito. Con lui possiamo rosicchiare l’elettorato di centro e superare tranquillamente il 6% nel 2012 ».

La candidatura di Hulot o di Joly sarà comunque il punto di approdo del processo di allargamento di una forza politica, che non si vergogna più a definirsi «semplicemente ecologista», senza specificare se di destra o di sinistra. E che ha come chiave del proprio successo gli elettori nati negli anni 80: «Siamo cresciuti sentendo parlare della Conferenza sul clima di Rio de Janeiro - spiega Adrien – e siamo i primi a esserci resi conto della centralità del web nella politica degli anni a venire». «L’interesse per l’informatica e l’ecologia in sostanza coincidono», concorda Elliot. «E mentre la destra si è rinnovata negli ultimi 20 anni, a sinistra cominciano a farlo solo i verdi», aggiunge Tamara. E’ probabile che a Parigi, essere ecologisti, non sia più sola una moda dei piccoli borghesi…

Questo articolo fa parte del progetto Green Europe on the ground 2010-2011, una serie di reportage realizzati da cafebabel.com sullo sviluppo sostenibile. Per saperne di più su clicca su Green Europe on the ground.

Foto: Elliot Lepers e Eva Joly © Greta Gandini