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EarThink: pensa un po’ alla Terra.

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Torino

In una società sempre più indifferente alle leggi della natura, siamo riusciti a trovare il nostro angolo di paradiso ecosostenibile a Torino. Vi proponiamo il racconto della giornata trascorsa all’EarTHink Festival.

Mi reco con alcuni amici all’EarTHink Festival nella splendida location del SAMO di Corso Tortona 52. L’inizio del programma della seconda giornata è previsto per le 17.00, ora in cui si parte con i due laboratori di riciclo, a cura di Eco delle Città e Giovanna Olivieri. Entrambi si svolgono contemporaneamente, quindi è difficile prendervi parte. Ma noi ci proviamo comunque.

Il riciclo fa da protagonista

Il laboratorio a cura di Eco delle Città, condotto da Angela Conversano, propone la creazione di saponette a partire dall’olio esausto. Giovanissima e piena di entusiasmo, Angela ci spiega dettagliatamente i procedimenti da seguire. In un primo momento ci sembra un’operazione abbastanza complessa, ma in realtà ci rendiamo subito conto che è alla portata di tutti (basta solo fare attenzione alla soda caustica!). L’olio di frittura è estremamente dannoso per il nostro ambiente, soprattutto per le falde acquifere, per questo riutilizzarlo creando delle saponette può essere un buon modo per inquinare meno e anche per risparmiare, ci spiega Angela. Districandoci tra la cucina e il cortile esterno, riusciamo finalmente a creare le nostre saponette che, lasciate a riposo per un paio di mesi, sono ottime per l’igiene e non arrecano alcun danno alla salute. Alla fine del laboratorio, soddisfatti e pieni di entusiasmo per aver imparato una nuova tecnica di riciclo, cerchiamo di partecipare al laboratorio di Giovanna Olivieri. Autrice del libro “Io lo faccio da me” a cura di Terra Nuova, Giovanna spiega come creare utili borse, portaccessori, camici e altri piccoli oggetti dal recupero di stoffe, di jeans strappati o di tessuti di ombrelli. Purtroppo siamo arrivati  quando già l’incontro si avviava alla conclusione e quindi non possiamo fare altro che ammirare le sue bellissime creazioni, ripromettendoci di partecipare alla presentazione del suo libro il giorno successivo.

Noi e il cibo

Tra una pausa e un’altra assistiamo all’opera interattiva Retrògusto (Fragola) di e con Chiara Vallini e Vanessa Vozzo, composta da un’istallazione e da una performance a cui può partecipare uno spettatore alla volta. Ci lasciamo coinvolgere dall’opera interattiva, ascoltando una fragola in un video che inizia a raccontarci una storia e che cambia la sua voce a seconda dei movimenti che facciamo con la mano. In seguito entriamo all’interno di un box nero, in cui assistiamo alla performance interattiva condotta da Chiara Vallini. Qui i nostri sensi sono messi alla prova e si fondono sinergicamente: la vista di un’attraente fragola e l’ascolto di un racconto sono interrotti da sensazioni olfattive, visive e tattili che risultano poco naturali. La coinvolgente opera delle due giovani artiste ci porta a riflettere sul nostro rapporto con il cibo e sulle nostre sensazioni del gusto, ormai perse. E a proposito di relazione con il cibo, interessante è l’intervista al giovanissimo Manuel Comandini, ospite d’eccezione della giornata di sabato, che ci parla della sua presa di coscienza e del suo successivo cambiamento di abitudini alimentari. Circa 3 anni fa Manuel ha infatti deciso di modificare alimentazione e di eliminare dalla sua dieta tutti i cibi animali e i suoi derivati, perché si è improvvisamente reso conto di nutrirsi ed essersi nutrito di esseri viventi. Questa consapevolezza è stata la molla che lo ha spinto a stravolgere i suoi pasti, mangiando principalmente frutta. Oggi Manuel è diventato l’esempio di uno sportivo vegano che vuole dimostrare ogni giorno che il veganismo è possibile nello sport, anche in quello estremo. Atleta eccezionale, il prossimo 28 giugno sarà a Nizza per il suo terzo “ironman”.

Pausa e…. cultura animalista!

Dopo l’intenso pomeriggio di scambi di idee e di esperienze che ci hanno arricchito profondamente, decidiamo di riposarci e di godere dell’incantevole terrazza del SAMO, che ci porta in una dimensione atemporale, facendoci dimenticare per un po’ che ci troviamo a Torino. Nel frattempo gustiamo il delizioso aperitivo antispreco, preparato dalle ottime cuoche del SAMO con gli avanzi dei mercati raccolti da Foodsharing Torino ed Eco delle Città. Questi ultimi da alcuni anni portano avanti progetti volti a evitare lo spreco di cibo rendendo così Torino una città all’avanguardia ed ecosostenibile.

Dopo questa intensa e rilassante pausa, siamo di nuovo pronti per assistere allo spettacolo conclusivo “The Animal Machine. Suoni e visioni da un viaggio ipnotico” scritto dal duo Einaugen e prodotto dall’associazione culturale torinese Tékhné Teatro, ideatrice dell’intero festival. Fusione tra musica dal vivo, videoarte e teatro, lo spettacolo lascia il segno per la profondità dei temi trattati e pone lo spettatore di fronte alla dura realtà in modo ironico e sarcastico. Tre attori, Serena Bavo, Olga Francone e Davide Capostagno, mettono in scena una performance  sull’assurdità delle nostre azioni e convinzioni, intervallata dalla musica travolgente del duo e dalle immagini trascinanti. Alla fine dello spettacolo, ci rendiamo conto di essere leggermente turbati: la rappresentazione è riuscita a mettere a nudo tutti i nostri schemi, le nostre convinzioni limitanti.

Ambiente e sostenibilità, recupero e autoproduzione, riflessione e presa di coscienza, arte, musica e teatro, incontri e scambio di conoscenze: è questo quello che abbiamo vissuto a EarTHink Festival, unico festival in Italia che approfondisce le tematiche ambientali utilizzando codici espressivi diversi. Uscendo da corso Tortona 52, ci sentiamo arricchiti di un nuovo sapere e di una nuova energia, trasmessa soprattutto dalle fantastiche persone conosciute. L’EarTHink Festival è un progetto da sostenere e che non ha nulla da invidiare ad altre iniziative europee di questo tipo; per questo richiede attenzione da parte di un pubblico più numeroso, che abbia a cuore il benessere del nostro pianeta.