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Dove trovare tutti (ma proprio tutti) i libri che cerchi

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Milano

Le librerie “indipendenti” in lotta per la sopravvivenza, contro l'editoria di massa e il web, con tenacia e creatività. Un giro per le piccole librerie milanesi che resistono nonostante Amazon.

Il primo tuffo in questo mare di libri e librai inizia in corso Buenos Aires. Lasciandosi alle spalle lustrini e paillette della fashion-zone milanese, ci facciamo strada in una dimensione di calma e di esplorazione. Al numero 18 di via Tadino, infatti, c'è una delle librerie più "vissute" di Milano. Dopo la sua apertura nel 1974, la Libreria Popolare è passata per varie mani, fino al 2009 quando il signor Guido, fondatore dell'associazione Librerie Indipendenti Milano (L.I.M), l'ha rilevata per impedirne la scomparsa. Quel giorno è iniziata la sua vita da libraio, dopo anni di lavoro trascorsi in tutt'altro settore. 

Subito il signor Guido ha rilanciato la libreria come punto di incontro del quartiere. Un mix a base di conversazioni aperte, aperitivi interattivi e giovani conferenzieri, ha fatto di questa libreria un'opportunità che va ben oltre il "business". Quando gli chiediamo cosa offrano lui e la sua Libreria Popolare, che non abbiano già anche le librerie della grande distribuzione, esclama senza esitazione: «La differenza che c'è tra libraio e commesso! Selezione di titoli nuovi, e nuove potenzialità letterarie». E se parliamo di librai, «l'unica fidelizzazione possibile – affermano alla libreria di via Tadino – passa per la qualità della lettura verso la quale il libraio guida i suoi lettori». 

Leggere e parlare

Ma cosa chiede un lettore al suo libraio? Spesso la scelta ricade su una libreria indipendente perché in queste si pratica ancora un'attività specificamente umana e sempre meno usuale: chiacchierare!

«Il confronto con chi i libri li vende,» questo cercano i lettori secondo lo staff della libreria Il Trittico, zona Sant'Ambrogio. Sì, perché il libraio è soprattutto un «suggeritore di atmosfere e stili – ci rivela Pietro, libraio dal 1993 – che segue il mercato senza rinunciare al proprio istinto personale nella scelta». Ma il pragmatismo è, ahimè, una dote che nessuno, nemmeno un libraio, può tralasciare. Al bando i «romanticismi», si esprime proprio così Pietro: gestione virtuosa e ferrea attenzione ai costi sono le uniche ancore di salvezza contro le tempeste della crisi! «Questo è un mestiere commerciale al 100% – afferma ancora –. Un falso impianto di valori ha schiacciato spesso l'attività di librai che non avevano gli strumenti per conoscere il mercato». 

Cerchi un libro? Non c'è solo Amazon

E mentre la chiacchieratissima legge Levi del 2007 (che limita gli sconti sui "prodotti editoriali" al 15%) è tacciata qua e là di protezionismo anti-liberale, non sono in pochi a pensare che il settore delle librerie indipendenti non stia cogliendo le possibilità aperte dal commercio online. Certo, Amazon ha cambiato le carte in gioco sul tavolo del mercato librario e continua a farla da padrone – dicono molti librai indipendenti – scontando slealmente i prodotti e uniformando l'offerta culturale. Le altre realtà editoriali, però, smuovono le acque dell'inerzia: nuovi portali web e startup mettono in contatto la domanda dei lettori internauti con l'offerta delle librerie indipendenti, uno tra i tanti esempi è Tribook.it.

Ma mentre Amazon procura non poche gatte da pelare a questi "piccolini", qualcuno – a torto o a ragione – resiste. Il Signor Nicola, titolare della libreria Partipilo, proprio non ci sta ad adeguarsi alla velocità un po' sconclusionata del mondo e ci mostra la radice del suo mestiere. Lui che di gavetta ne ha fatta tanta come addetto alle consegne per le grandi editrici del secondo Dopoguerra, si mostra infuriato per i colpi che l'e-commerce ha inflitto alla sua professione.

La rabbia non è l'unica reazione che Amazon e simili hanno suscitato in questo settore di mercato. «Quando qualcuno viene da me – ci spiega Nicola Partipilo con orgoglio – e mi chiede un libro che Amazon non è riuscito a trovare, io rifiuto l'ordine». E sì, perché proprio la conoscenza delle peculiarità editoriali e la malizia del "cercatore" sono gli strumenti che caratterizzano il lavoro di questi "veri" librai, contro il consumo-piranha dell'editoria di massa.

Questa capillarità dell'offerta è quello che Amazon e gli altri colossi digitali non sono riusciti ancora ad azzannare, e il signor Nicola proprio non ci sta a svendere il suo mestiere. L'onda della rete riuscirà a imprigionare questi "pesciolini"?