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Dal fungo atomico al cinema: il Citizen K del collettivo Ztohoven

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Translation by:

Veronica Monti

Culturasocietà

A Praga, tutti ricordano l'azione del fungo atomico del gruppo Ztohoven dell'anno 2007. Oggi il collettivo artistico praghese torna a provocare, col suo nuovo film "Citizen K", basato su un esperimento artistico che coinvolge due dei componenti, una carta d'identità falsa. E ovviamente un nuovo scandalo.

Agli occhi dei cittadini cechi che il 17 giugno 2007 guardavano come d'abitudine la trasmissione mattutina Panorama, si offrì uno spettacolo terrificante. Una telecamera del meteo collocata tra le montagne ha inquadrato - al posto del solito idillio di colline - l'immagine di un fungo atomico. In un paese che vive di costanti dibattiti sull'energia nucleare si è scatenato il panico. Ingiustificatamente, come si scoprì in pochissimo tempo: il fungo atomico non era la tragica conseguenza di un disastro nucleare, bensì un progetto d'azione artistico, per realizzare il quale il collettivo praghese Ztohoven si è impadronito illegalmente di una telecamera del meteo.

Difficilmente nella Repubblica Ceca ci si imbatte in qualcuno - soprattutto giovane- che non abbia sentito parlare della celebre azione atomica del collettivo. Già prima di allora il gruppo Ztohoven, di circa 20 componenti, aveva attirato l'attenzione su di sé con sorprendenti progetti artistici dal grande impatto sul pubblico. Ciononostante nessuno di questi, nemmeno la famosa installazione di luci a forma di cuore sulla città di Praga al termine del mandato dell'allora presidente Vaclav Havel, fu radicale quanto la manipolazione della telecamera del meteo.

Il Citizen K ceco al cinema

Dal fungo atomico all'ultimo progetto del collettivo, che si potrà vedere nei cinema cechi a partire da gennaio, il passo è breve. Già il titolo Obcan K - che sta per "Citizen K" - offre innumerevoli possibilità interpretative: dalla somiglianza con l'intricata burocrazia in cui si imbatte il famoso protagonista K di Kafka al film cult Citizen Kane ma anche a Vaclav Havel, su cui è stato girato il film documentario "Obcan Havel" e che probabilmente resterà il più famoso sostenitore di Ztohoven.

E poi c'è anche l'abbrevazione obcanka, che sta per Obcansky Prukaz, la carta d'identità ceca. Il film, infatti, si basa su un progetto artistico in cui due membri di Ztohoven, con un sistema intricato, portano la burocrazia ad estremi assurdi. Per sei mesi, nell'anno 2010, i due hanno utilizzato la carta di identità di una sola persona - che tra l'altro non esisteva nemmeno. Grazie all'aiuto della tecnologia biometrica avevano creato dalla combinazione dei loro due volti un altro volto, avevano richiesto un passaporto, avevano votato a suo nome, si erano sposati e avevano ottenuto un porto d'armi. Per la prima volta dopo l'azione del fungo atomico,  al fascino del progetto Ztohoven seguì un enorme scandalo, e il promotore Roman Tyc, alias David Hons, venne addirittura arrestato.

La radicalità di Ztohoven è dovuta anche ad un'impressionante auto-commercializzazione: nonostante le loro azioni artistiche si svolgano generalmente in mezzo al pubblico, i componenti sono riusciti - con l'eccezione del cofondatore David Hons- a mantenere l'anonimato. Nnostante compaiano in pubblico, lo fanno con pseudonimi, nomi fittizi che consistono spesso in giochi di parole ceco-inglesi: ad esempio Roman Tyc, Dan Gerous o Anna Bolicka. Gli artisti sfuggono facilmente ai giornalisti anche grazie ai loro pseudonimi. Finora pochi media sono riusciti a incontrare personalmente i membri del collettivo. Anche le domande delle mie interviste scritte rimangono senza risposta. Ai numeri di telefono che sono elencati sulla homepage non risponde nessuno.

L'arte che disturba funziona

"In una società liberal-democratica non dovrebbe mai succedere che un uomo venga denunciato e per una cosa del genere vada in prigione, come è successo a Tyc. Ancora peggio, perché non è l'unico caso", Klara Bulantova critica la reazione politica al progetto Obcan K. La studentessa di scienze politiche ritiene che lo stile Ztohoven sia abbastanza variegato: "Non conosco tutti i progetti di Ztohoven, ma tra quelli più noti il mio preferito èViolated consciusness- nel2003nel corso di una sola giornata hanno sostituito tutti i manifesti pubblicitari Citylights della metropolitana praghese con un unico manifesto. Gli altri progetti li trovo sì originali, ma a mio avviso diventano fini a se stessi ed esagerano. Ma questo è il circolo vizioso della valutazione dell'arte".

Nonostante consideri alcune esposizioni del gruppo "ingenue, immature e infantili", la ventitreenne Adela Zichackova condivide in linea generale i progetti Ztohoven: "Possiamo ringraziare Ztohoven per l'apertura della discussione a queste tematiche. Inoltre sostengo l'idea secondo cui la forma che gli artisti hanno scelto per l'espressione dei loro scopi sia calzante e adeguata". E considera la criminalizzazione di Roman Tyc uno scandalo: "Si tratta di pura libertà di parola e di arte".

Una studentessa praghese di cinema, che vuole restare anonima, la pensa allo stesso modo: "Sarebbe frustrante se non ci fosse nessuno ad andare contro il 'Sistema', non importa quanto fiacco, penoso, semplicistico o addirittura primitivo sia il metodo. Chi vuole essere notato dal pubblico deve attirare l'attenzione su di sé, anche a costo di azioni controverse. Questa è la ragione per cui l'arte che disturba funziona sempre".

Illustrazioni: copertina e testo ©Ztohoven; Video (cc)ObcanK/YouTube

Translated from Kino: Der Citizen K des Prager Künstlerkollektivs Ztohoven