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Crisi e cambiamento climatico: l'identità europea in una foto

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Emanuela Lento

Cultura

Se mai vi foste persi la prima mostra fotografica intitolata “Istantanea:  Europa”, organizzata dall'Assemblea delle Regioni Europee a Bruxelles tra settembre e ottobre 2009, ecco una sintesi di ciò che comuni cittadini hanno fotografato per descrivere quell’ambiente in movimento e dall’unica identità che si chiama Europa.

Kai Löffelbein, 28, Bassa Sassonia, Germania

La foto vincitrice della sezione “Europe on the move. Migration, integration, stereotypes” (“Europa in movimento. Migrazione, integrazione, stereotipi”): un ufficio amministrativo per le richieste di naturalizzazione.

Artin Dilukeba, Ile-de-France, Francia

Dalla stessa sezione: serie di ritratti in due parti che rappresentano immigrati nella metro parigina...

Artin Dilukeba, Ile-de-France, Francia

…e riflessi da una finestra di Parigi.

Tomasz Tracz, Bassa Silesia, Polonia

La Parigi caratteristica in un altro scatto di un fotografo polacco dal titolo “Steel dreams”, “Sogni d'acciaio”. «Gli europei vogliono partire alla volta delle grandi città - spiega - molti sono in cerca di un posto speciale per i loro sogni. Questo è il sogno europeo».

Pavel Silviu, Ilfov, Romania

Bucarest, Gennaio 2009. Molte delle grandi società mondiali hanno uffici a Pipera, il distretto economico-industriale-residenziale a nord della capitale rumena.

Lauris Naglins, Riga, Lettonia

Gli impiegati rumeni sono messi in contrapposizione con una serie di scatti in tre parti che rappresentano giovani lettoni colpiti dalla crisi. «Nel 2007 la Lettonia ha avuto la più veloce crescita economica in Europa, ma si trova adesso nella più profonda crisi economica dalla sua indipendenza nel 1991».

Lauris Naglins, Riga, Lettonia

«Giovani lettoni si trovano nella situazione di non poter restituire i prestiti ricevuti né pagare i mutui. La crisi colpisce tutti, ma i poveri delle zone di campagna sono i più vulnerabili».

Lauris Naglins, Riga, Lettonia

«Le ostilità contro l'attuale elite politica stanno aumentando. Molti scelgono di lasciare il loro paese per una vita migliore all'estero».

Vladan Jeftovic, Sarajevo, Bosnia-Herzegovina

La sezione “Europe on the move” (“Europa in movimento”) termina con un po’ di positività: giovani bosniaci insieme guardano la loro città. La Bosnia è uno dei potenziali candidati ad entrare in Europa.

Indre Zdanciute, 25, Vilnius, Lituania

“Le due ragazze che baciano Tito” è la foto vincitrice della sezione “European Identity. Values, diversity and cultural dialogue” (“Identità europea? Valori, diversità e dialogo culturale”). «La leadership e il carisma dell'ex leader yugoslavo è ancora viva al Vevcani Mask festival tenutosi a Struga, in Macedonia», spiega il fotografo.

Yana Bobylkina, Arkhangelsk, Russia

Altre immagini dalla stessa sezione, incluso questo simpatico spettacolo dalla Russia

Vladimir Koychev, Sofia, Bulgaria

Il festival internazionale di Surva nella città di Pernik, Bulgaria

Maksak Hennadiy, Chernihov, Ucraina

In un diverso tipo di festività, una giovane polacca immortalata davanti ad un enorme poster che commemora le rivolte del '68 a Varsavia.

Miroslav Argalas, 30, Zilinsky, Slovacchia

Il vincitore dell'ultima sezione in competizione: “Europe tomorrow: sustainable development, ecology, environment” (“L'Europa domani: sviluppo sostenibile, ecologia, ambiente”). «Il parco High Tratas era pieno di alberi verdi ed era noto ai turisti per il suo aspetto naturale, intatto. Nel novembre 2004 una tempesta di vento ha distrutto questo simbolo dell'orgoglio slovacco. Questa immagine, scattata nel giugno 2008, mostra l'impatto della catastrofe. Non può essere cancellata né il parco restituito», spiega il fotografo.

Pavlo Petrushko, Kharkiv, Ucraina

La seconda immagine ucraina di questa galleria raffigura un gatto dall’elevato livello di radioattività nella città ucraina di Chernobyl. «Ventitré anni dopo il disastro alla centrale nucleare, il territorio continua a non essere abitabile per l’uomo».

Lasse Scheele, Schleswig-Holstein, Germania

La serie termina con un'altra nota positiva, questo racconto da Amburgo: «Per anni fu vietato nuotare nel fiume Elba a causa dell'inquinamento prodotto dalle industrie e dai portacontainer; il porto di Amburgo è il più grande della Germania e uno dei più grandi d'Europa. La tecnologia e la volontà di mantenere l'ambiente pulito hanno fatto sì che si potesse nuovamente nuotare nell'Elba. Lo sviluppo sostenibile è possibile».

Translated from Crisis, climate change: capturing European identity in a photo (16 images)