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Cosa si nasconde dietro un nome israeliano?

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Translation by:

Elisa Buzzi

Torre di BabeleCulturasocietàPolitica

Se avete qualche amico israeliano tra i vostri contatti facebook, è molto probabile che negli ultimi mesi siate stati un po’ confusi fino al punto di non sapere s fossero ancora loro oppure no, dato che, al posto dei soliti cognomi, ne sono apparsi nuovi, spesso complicati e anche lunghi.

L’ispirazione deriva da un evento organizzato dalla comunità ebrea, che inizialmente doveva durare solo una settimana ma, in seguito al successo sui social network, è stato esteso fino a maggio 2013.

Gli organizzatori dell’evento facebook “No al melting pot, sì al recupero dei nomi perduti” ha un obiettivo lodevole: “cambiare su facebook il cognome ebreo modificato, sostituendolo con quello della famiglia paterna e materna: sia che sia stato cambiato da un funzionario del dipartimento ebreo o da un insegnante, per vergogna o per timore di episodi razzisti, a causa di ostilità contro la famiglia, volontariamente o a seguito di studi sulla cabala, qualunque sia il vostro nome attuale, per una settimana [l'iniziativa è stata prolungata fino al prossimo maggio, ndr] ripristiniamo i nomi perduti e raccontiamo la loro storia”.

Più di 1.000 persone hanno aderito all’iniziativa, che si è diffusa tra i discendenti dei sopravvissuti all’olocausto, ebrei arabi e immigrati di seconda generazione. La richiesta di avere nomi “ebrei”, che molti hanno ricevuto all’arrivo in Israele, è una questione spinosa soprattutto per gli immigrati provenienti dagli stati arabi e dall’Europa dell'est, i cui nomi spesso sono stati - e nel caso dei russi, sono ancora - cambiati per legge all’arrivo in Israele. Un ragazzo, Amos Bar, su facebook è diventato “Amos Shlomo Bilibil-Stock”: “Bilbil è la traduzione turca di usignolo [bulbul in inglese, ndr], motivo per cui anche mio nonno non ha voluto ebraicizzare il suo nome” racconta; ma il termine bulbul, nell’ebraico colloquiale, indica i genitali maschili. “La seconda parte del cognome inventato “Stock”, significa bastone. Mio nonno lo ha ebraicizzato, trasformandolo in Sharvit, così tutti hanno iniziato a pensare che avesse origini orientali. Bar è il nome dei miei genitori, utilizzato dopo che mia mamma si è rifiutata di diventare la signoraBilbil. Questo evento mi ha dato l’occasione di riutilizzarli. Shlomo è il mio secondo nome, in onore del mio bisnonno, morto sei mesi prima che io nascessi, anche se il suo vero nome era Zeide”.

Immagine: (cc) AngerBoy/ Flickr

Translated from What's in an Israeli name?