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Coronavirus: la crisi vista dai lavoratori in giro per l'Europa

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Agata Bellezza

Covid-19photoSocietylatestSociety Home

Attualmente, almeno un terzo della popolazione mondiale è in quarantena per limitare la diffusione del Covid-19. Eppure, in qualsiasi paese, c'è chi continua a lavorare per soddisfare i bisogni minimi. Ciò non toglie che anche la quotidianità di queste persone sia stata sconvolta. Abbiamo raccolto gli scatti che ci hanno inviato i lavoratori dal Belgio, dalla Francia e dall'Italia.

Data la diffusione del coronavirus nel mondo, la maggior parte degli stati membri dell'Unione europea ha messo a punto una serie di regole di isolamento per i cittadini, ormai limitati nelle uscite e negli spostamenti. Al 30 marzo, alcuni irriducibili paesi membri non le hanno ancora applicate, puntando sull'immunità collettiva per combattere il virus. Si tratta dei Paesi Bassi e della Svezia. Le autorità italiane, invece, hanno sospeso tutte le attività di produzione non necessarie a garantire l'approvvigionamento dei beni essenziali a partire dal 21 marzo scorso.

Così, in ogni parte del Vecchio continente i protagonisti dei settori economici indispensabili lottano per mantenere in vita la società. Con o senza mascherine - a seconda delle disposizioni -, volontariamente o meno, un gruppo ristretto di istituzioni e imprese affrontano il virus e cercano, per quanto possibile, di limitare i danni. Si tratta dei nostri infermieri e medici, dei dipendenti della grande distribuzione e dei netturbini. Eppure, anche loro si devono adattare alla crisi trovando nuovi modi di svolgere le loro mansioni. Abbiamo raccolto foto scattate dagli smartphone dei diretti interessati e dal nostro staff per mostrare le condizioni lavorative ai tempi del Covid-19.

Infirmièrs
Héricourt, Francia. Foto: Cécile Grosjean

In un centro di riabilitazione a Héricourt, nel dipartimento francese dell'Alta Saona, due infermiere si preparano a trasferire un paziente colpito dal Covid-19 in un'altra stanza. I corridoi devono essere completamente vuoti per l'operazione.

caissier Belgique
Bruxelles, Belgio. Foto: Léa Marchal

In questo ipermercato di Bruxelles sono stati regolati i turni in cassa per evitare di contaminare i cassieri. I dipendenti fanno entrare i clienti nel negozio con il contagocce e disinfettano tutti i carrelli dopo l'utilizzo.

Aurore, site de désinfection
Belfort, Francia. Foto: Patrice Vitali

Aurore è la responsabile buste paga di un'impresa di pulizie a Belfort, in Francia. Nella prima settimana di isolamento, mentre alcuni addetti alle pulizie hanno dovuto mettersi in quarantena, lei si è offerta volontaria. Ha deciso di aiutare una squadra a disinfettare gli uffici di un'azienda nella quale un impiegato era stato colpito dal coronavirus.

Résidente
Dannemarie, Alto Reno, Francia. Foto: Cécile Grosjean

Gli infermieri di una struttura per anziani organizzano videochiamate tra i residenti e le loro famiglie. Charlotte usa Skype per la prima volta con suo figlio.

Michel, restaurateur
Plougastel, Francia. Foto: Morgane Lincy-Fercot

Michel gestisce una trattoria a Plougastel in Bretagna. Ha dovuto adattare il suo statuto di impresa per poter proporre piatti da asporto ai suoi clienti.

Michel, restaurateur
Plougastel, Francia. Foto: Morgane Lincy-Fercot

«Facciamo tutto questo per dare una mano agli operai che lavorano sempre. È il nostro tipo di clientela abituale», Michel, ristoratore.

rayon oeufs
Strasburgo, Francia. Foto: Adrien Toriello

«Il negozio va avanti con meno del 50 per cento del personale, quindi anche se siamo riforniti come al solito, gli scaffali si riempiono meno velocemente. E i clienti tendono a venire presto per fare la fila all'apertura», Adrien Toriello, direttore di un ipermercato di Strasburgo, Francia.

Comptoir Cap vital Santé
Lure, Francia. Foto: Blandine Vitali

Per evitare qualsiasi contatto e rischio di contaminazione con i clienti, la proprietaria di questo negozio che vende materiale sanitario ha disposto una barriera con due deambulatori e un nastro.

bureau Sara
Minorca, Spagna. Foto: Sara Sansaloni Cano

Sara, insegnante a Minorca, ha sistemato la sua postazione lavorativa nella sua camera. Insegna inglese in una scuola elementare e, dall'inizio dell'isolamento, continua a inviare ai suoi alunni giochi, canzoni ed esercizi da svolgere. «Sono un'insegnante perché adoro stare con i bambini e adoro istruirli. È questo che mi manca», Sara.

bureau Melanie
Bressanone, Italia. Foto: Melanie Kier

«Prepariamo gli esercizi da svolgere e li carichiamo online. Così gli alunni ricevono il link il lunedì e possono scaricare tutti i documenti. Hanno una settimana di tempo per svolgere i compiti e riaricarli online», Melanie, insegnante di inglese in una piccola città del Nord Italia.

éboueurs BelgiqueBruxelles, Belgio.

In Belgio, come ovunque, i netturbini e gli addetti alle pulizie devono lavorare nelle condizioni usuali.

Atelier couture dans le restaurant d'un Ehpad
Strasburgo, Francia. Foto: Lucile Riat.

In questa casa di riposo di Strasburgo, la terapista occupazionale della struttura ha iniziato a realizzare a mano delle mascherine protettive per gli infermieri.

vestiaires industrie
Fiandre, Belgio.

In questa industria belga del settore agroalimentare i dipendenti devono entrare negli spogliatoi in numero ristretto per limitare i rischi di contaminazione e devono misurare la temperatura per poter accedere allo stabilimento.


Foto di copertina: Netturbino a Bruxelles.

Grazie a Cécile, Lucile, Aurore, Blandine, Arnaud, Melanie, Sara e Adrien per la loro testimonianza e per il loro lavoro quotidiano.

Story by

Léa Marchal

Babélienne depuis 2018, je suis désormais éditrice pour le nouveau média ereb.eu, et journaliste freelance dans les affaires européennes. J'ai piloté la série d'articles multimédia Generation Yerevan, ainsi que le podcast Soupe à l'Union, publiés sur Cafébabel.

Translated from Covid-19 : la crise vue par les travailleurs