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Come fare politica senza tessere e senza soldi: le Fabbriche di Nichi di Zurigo e Bruxelles

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Politica

Sinistra Ecologia e Libertà, il partito di Nichi Vendola che dalla Puglia ha iniziato la scalata dello Stivale fino ad arrivare a conquistare Milano e Cagliari con due candidati sindaco, esporta all’estero il fenomeno delle Fabbriche di Nichi.

Il progetto, nato per sostenere la campagna elettorale del presidente della regione Puglia, è diventato un nuovo mezzo per invogliare i giovani a partecipare attivamente alla vita politica del Paese, senza costringerli a prendere la tessera del partito.

Le Fabbriche di Nichi sono uno “spazio diverso, attivo e creativo”, creato dai volontari in un “luogo funzionale, accogliente, se possibile visibile, e aperto a chiunque”. Nato come fenomeno strettamente legato al territorio pugliese, le Fabbriche hanno “colonizzato” quasi tutte le città italiane (il contatore del sito ne segnala 604) e hanno finito col valicare i confini nazionali, arrivando a Londra, Parigi, Madrid, Atene, Mosca, Lisbona, e perfino a Bangkok.

Una visita al Pepa Tencha di Madrid

Per creare una Fabbrica è necessario individuare una sede, non importa se pubblica o privata, riunire un gruppo di volontari e comunicare alla Fabbrica Zerodi Bari nome, cognome e contatti di un referente scelto. I contatti del referente saranno pubblicati sulla mappa del sito e resi disponibili per tutti gli interessati.. Sfortunatamente, però, ben presto ci si accorgerà che a prescindere dal luogo dove si tenterà il contatto, sia a Parigi o a Mosca, poche saranno le imprese che risulteranno essere più difficili come quella di ottenere una risposta alla mail, tentare di stabilire un contatto telefonico, riuscire a comunicare personalmente coi responsabili della Fabbriche tramite le pagine Facebook; o, a mali estremi, trovare qualcuno all’indirizzo segnalato su internet.

Godendo solo per l’occasione del dono dell’ubiquità, infatti, siamo andati sia alla Fabbrica di Parigi, che a quella di Madrid; ma nel primo caso ci siamo ritrovati davanti a un domicilio privato, dove, chiedendo in giro dell’esistenza di una sorta di associazione culturale-politica italiana, i condomini ci hanno risposto strabuzzando gli occhi e scuotendo la testa; dopo alcune settimane, un messaggio della responsabile della fabbrica ha svelato il mistero:“la Fabbrica di Nichi parigina è in fase di letargo assoluto. Un po' di giovani energie sono ripartite in Italia e tutto è fermo da mesi”.

A Madrid, invece con più fortuna, veniamo reindirizzati al Pepa Tencha, un locale gestito da italiani nel quale un tempo uno dei soci organizzava degli incontri per Sel, ma, stando a quello che ci racconta il proprietario, ora le riunioni non avvengono più e non sa dirci se si svolgono altrove.

L'ingresso in politica avviene senza intermediari

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Alla fine, quando ormai ogni tentativo di mettersi in contatto con una qualsiasi Fabbrica dispersa per il mondo sembrava essersi rivelato vano, arriva un segnale. A risponderci sono finalmente Roberto e Fabio, responsabili rispettivamente della Fabbrica di Zurigo e di Bruxelles. Roberto inizia col delineare i contorni di questa nebulosa di fabbriche fantasma: “E’ probabile che molte fabbriche siano nate in modo un po’ casuale o che si siano rapidamente esaurite. Altre probabilmente sono solo fittizie. Penso che questo sia da mettere in conto - dice - considerato il mezzo e i modi utilizzati per la creazione delle Fabbriche. L’altro lato della medaglia è che si è dato modo a tante persone di fare attività politica sul territorio senza intermediari, senza gerarchie e senza entrare a far parte di un partito”.

Sia la Fabbrica di Zurigo che quella di Bruxelles esistono da più di un anno ed entrambe nascono dal desiderio di alcuni cittadini italiani, in maggioranza ricercatori universitari, di mantenere un ruolo attivo nella vita politica del paese d'origine “per non dimenticarlo, e contribuire a cambiarlo”.

Interamente autofinanziate tramite le attività culturali, le Fabbriche si riuniscono settimanalmente o mensilmente per discutere di temi di attualità politica e di questioni organizzative. L’anno passato, le Fabbriche si sono mobilitate per l’organizzazione delle manifestazioni Se non ora quando,Il nostro tempo è adesso e A difesa della Costituzione. Ma non tutte le fabbriche lavorano nella stessa maniera, come del resto abbiamo potuto constatare. Sia per Fabio che per Roberto i contatti con le altre Fabbriche estere restano “saltuari” o “si basano per ora soprattutto su conoscenze personali”. Zurigo è in contatto con la Fabbrica di Losanna, mentre per quanto riguarda le relazioni con le fabbriche italiane, Bruxelles mantiene rapporti con la Fabbrica Zero, la Fabbrica di Roma e quella di Milano.

Alla domanda se le Fabbriche all’estero siano state un successo o meno, Fabio ci risponde: “la Fabbrica ha guadagnato una propria autonomia ed una notevole visibilità all’interno del panorama brussellese: lo testimoniano i contatti instaurati con varie associazioni e la grande partecipazione alle manifestazioni organizzate nel corso di questi due anni”, mentre Roberto: “con la caduta del governo Berlusconi ci sono meno spinte partecipative, ma al tempo stesso, penso che la qualità del dibattito interno sia migliorata”.

Ai nostri lettori invece chiediamo: è davvero un successo per i giovani italiani continuare a riproporre gli stessi schemi politici che si portano in valigia? Il mix tra giovani, politica ed Europa, non è finalmente l’occasione per uscirne fuori?

Foto di copertina e testo: © Fabbrica di Nichi Terni/Facebook; video: nichivendola/youtube, jamesbin/youtube.