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Chi trova Palermo scopre un tesoro Vol. 1 

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Palermo

Cinque weekend di scoperte (talvolta inaspettate). Abbiamo deciso di raccontarvi con immagini, impressioni ed emozioni le ultime 3 tappe delle "Vie Dei Tesori", un percorso di 63 luoghi di interese culturale, artistico e sociale che svela la grande Palermo nascosta ai turisti e ai palermitani stessi. 

Palermo nasconde un volto timido, misterioso e multiforme. Palermo ha un profilo arabo ed uno normanno, è la città di Borremans e Serpotta,  la città dei Borbone e di Federico II, dei Florio e di Basile, una delle capitale europee dell'Art Nouveau. Palermo racchiude in sè un'inifinità di anime dimenticate. In occasione delle "Vie dei Tesori", appuntamento cittadino nato da una geniale intuizione nel 2006, la città svela i suoi lati nascosti, le stanze dei Palazzi aristocratici e degli Oratori delle congregazioni religiose che, in via del tutto eccezionale, sono aperte ai visitatori.

Il Festival si svolge nel corso di cinque weekend dal 2 ottobre all'1 novembre, presenta 63 luoghi di interese culturale, artistico e sociale: Cafébabel ha deciso di seguirne settimanalmente gli itinerari e di scoprire i lati segreti e più suggestivi, che sono illustrati anche tramite gallerie fotografiche.

Tra aneddoti e racconti fiabeschi

Lasciandosi trascinare dalla folla animata e variegata della "nuova" Via Maqueda, ci si imbatte nell'Oratorio della Carità di S. Pietro ai Crociferi. È la tipica chiesa che suscita tante suggestioni e che viene osservata da fuori. Mai ci era capitato di trovarla aperta. Ci fiondiamo dentro e troviamo una guida preparata ed entusiasta. L'Oratorio ancora presenta i danni della Seconda Guerra Mondiale e qui si celebra la messa per i membri della relativa Società di Mutuo soccorso soltanto una volta al mese. Gli incantevoli affreschi del Dio Padre con il Libro dai sette sigilli sono del Borremans e l'altare è in stile barocco.

Proseguiamo il nostro itinerario e ci ritroviamo nell'atrio della Facoltà di Giurisprudenza, la prima storica dell'Università degli Studi di Palermo, un tempo sede del Convento dei Padri Teatini: siamo nella Cappella dei Falegnami, il cui simbolo, che rievoca sigilli massonici, è la mano con l'ascia. È un luogo pregno di storia: in ogni angolo si nascondono anedotti e racconti quasi fiabeschi. Tra portali dei Maestri incagliatori dei fratelli Calandra e affreschi del Serpotta (fratello), si trova un passaggio segreto: una botola che collegherebbe la cappella con l'atrio centrale di Giurisprudenza. L'accesso è vietato. Purtroppo.

Una finestra storta per raccogliere i primi raggi di sole del mattino

Dopo una sosta ed un veloce rinfresco, scendiamo verso il mare ed eccoci alla Chiesa della Magione, oggi parte del "percorso arabo-normanno" di recente inserito nella "World Heritage List" dell'UNESCO. Non ha bisogno di alcuna presentazione. Solo qualche annotazione storica e aneddotica: la Chiesa, voluta dal cancelliere dell'ultimo re normanno, fu costruita da maestranze arabe (le stesse che furono impegnata per la Cattedrale) e sarebbe diventata in seguito la sede dei Cavalieri teutonici che hanno apposto il loro stemma anche nel pozzo con la tomba ebraica ancora esistente. Un anedotto che ci racconto il parroco è la finestra "storta", così ingegnata per raccogliere il primo raggio di sole del mattino e illuminare l'abside centrale. A testimoniare le diverse impronte lasciate nel corso dei secoli, nell'adiacente Cappela di Santa Cecilia, si trova una bifora con una colonna araba e l'incisione: "Allah è misericordioso". Proprio così. 

Il seno scoperto che indica la prosperità della città

L'ultima tappa del primo itinerario non poteva che essere la Torre di San Nicolò di Bari, che si innalza sulla tanto discussa Piazza di Ballarò, un giorno letto del fiume Kemonia. La vista è mozzafiato e si ha l'impressione di dominare l'intera città. Una volta su non si vorrebbe più scendere. La guida ci indica i monumenti che ci circondano e ci racconta la storia della statua della Madonna scolpita dal giovane Filippo Leto nella notte dell'equinozio di autunno 2014. La scultura ha il seno scoperto ad indicare la prosperità della città. Grida contro le nefandezze della classe dirigente. Si ribella contro il malaffare e le ingiustizie. Ha un vestito di pezze ad indicare, infine, i vizi in cui è caduta la città e l'indolenza della città e dei cittadini. 

La Fotogallery è a cura di Giuseppe Nicotra