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Chi pedala a Bruxelles? Consigli pratici per le due ruote in città

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Lifestyle

Parte da Bruxelles una mini-serie dedicata ad alcune delle più popolate città europee viste attraverso gli occhi di chi le attraversa in bicicletta.

Consigli, dritte, suggerimenti e indirizzi da avere a portata di mano quando una ruota si sgonfia o bisogna far riparare un freno, per vivere le metropoli d'Europa in sella alle due ruote più ecologiche e non perdere i prossimi appuntamenti di Critical Mass in giro per il mondo.

Proprio a un passo dalla triangolare Place Londre tra la colorata Matongé e il grigio quartiere europeo, c'è un palazzetto giallo: è la Maison des cyclistes, quartier generale di diverse associazioni pro ciclisti brussellesi. Eric Nicolas è il segretario del GRAQ, il Gruppo di ricerca e d'azione dei Ciclisti quotidiani, una sorta di sindacato dei ciclisti che dal 1975 opera in Belgio in difesa della categoria delle due ruote, quelle senza motore. Tra i tredici membri fondatori della ECF (European Cyclists' Federation), il GRAQ vuole più bici e meno macchine e da anni lavora per arrivare a questo obiettivo. 

"Siamo riusciti ad ottenere ormai cinque anni fa in tutto il Belgio un'indennità di 22 centesimi al chilometro per i dipendenti che vanno in bici al lavoro", mi spiega Eric. "L'azienda non è obbligata a rispettare l'indemnité vélo, anche se l'iniziativa si sta diffondendo sempre di più". Un’altra conquista è stata quella del senso unico limitato - poi adottato anche dalla Francia - che permette la circolazione in bici nei due sensi di marcia nelle strade a senso unico, a condizione che siano larghe almeno tre metri e che la velocità massima per gli autoveicoli sia di 50 km/h.

L'impressione di una romana, come la sottoscritta, che approda a Bruxelles è sicuramente quella di trovarsi davanti a una pulsante comunità di ciclisti; eppure solo il 5% degli spostamenti avviene sulle due ruote - si punta ad arrivare alla soglia del 20%. La prospettiva non sembra poi così utopica perché ogni anno in città i ciclisti aumentano del 15%. Dove si pedala tanto è nelle Fiandre: in città come Anversa e Leuven si raggiunge il 20, 25%. Al contrario in Vallonia - Charleroi, Namur, Liegi- ci si accontenta di un magro 0,5%. "Nei Paesi Bassi i ciclisti raggiungono il 30, 35%", dice Eric.

Bici fai da te negli atelier vélo

Nello stesso spazio, un pittore dipinge, si vendono prodotti a km zero e si coltivano prodotti bio. E tutti insieme si paga l’affitto.

Riparare o costruire la propria bici a Bruxelles pare paradossalmente più facile che pedalare nelle interminabili strade in salita della città che, non si sa per quale colpa commessa forse in una vita precedente, sembra che sia raramente possibile ripercorrere in discesa! Al civico 12 di Avenue Demeur, nel cuore del quartiere St Gilles, c'è l’atelier Papa DouaLa. Sam è di Pavia ma studia Scienze politiche a Bruxelles dedicandosi all'atelier nel tempo libero. Lo trovo indaffarato in questa ciclo-officina d’eccezione: insieme alle bici ci sono quadri e piante. Nello stesso spazio, infatti, un pittore dipinge, si vendono prodotti a km zero e si coltivano prodotti bio. E tutti insieme si paga l’affitto. Nata circa due anni fa, quando Eric inizia a riparare bici sul marciapiede di fronte al locale, la ciclo-officina con il tempo comincia ad evolversi fornendosi di attrezzi e supporti per le bici. Adesso questo affascinante spazio è aperto tutti i mercoledì pomeriggio, alimentato dalle offerte lasciate dai ciclisti habitué

Anche il retro dello squat 123, un palazzo occupato in Rue Royale, ospita un atelier vélo aperto il martedì e il giovedì pomeriggio. Un po' diverso è il concetto del Cyclo in Rue de Flandre 85: anche qui si riparano bici, ma a pagamento, seppure a prezzi moderati. Il Cyclo si occupa anche di formare tecnici qualificati affinché possano lavorare nei Point Vélo, punti di riparazione rapida che si trovano in tutte le stazioni della città, e in quanto Initiative Locale pour le Développement de l'Emploi è cofinanziato dalla SNCB - Società Nazionale delle Ferrovie del Belgio- dallo Stato Federale e dalla città di Bruxelles.

I venerdì Critical Mass

Ecco allora che per sensibilizzare all'uso della bici entra in gioco la Critical Mass, o Mass Critique: ogni ultimo venerdì del mese basta andare a Porte de Namur in bici per il consueto appuntamento con gli altri ciclisti urbani. "L'idea della Mass critique", mi spiega Eric parlando di quella di di Bruxelles, "nasce dalla volontà di vedere una volta al mese insieme il traffico delle biciclette sostituirsi a quello automobilistico, per chiedere un po' più di rispetto agli altri abitanti della strada. C'è stata un'evoluzione in positivo, perché all'inizio si trattava di Critical mass aggressive, che ora sono invece dimostrative nonché un momento di festa. Io vado con i miei figli!». La Mass critique a Bruxelles -come nelle altre città- è spontanea e l'autorizzazione alla polizia non viene richiesta: a parte qualche automobilista impaziente, è accolta col sorriso dai cittadini che la incontrano. Qui a Bruxelles è l'associazione Place-O-Velo ad organizzarla, riuscendo ad attirare dai 50 ai 150 partecipanti ciclisti. Una partecipazione non molto alta, ma che aumenta con la bella stagione.

Insomma si pedala a Bruxelles, anche grazie al Villo', il sistema di bike sharing finanziato dalla società J.C. Decaux leader nella pubblicità sui mezzi di trasporti, la stessa che gestisce il Velib parigino. Nonostante le stazioni siano ancora poche -al momento ce ne sono 180-, le bici Villo' viaggiano numerose. A Roma il progetto doveva essere lo stesso, l'unica differenza è che praticamente tutte le biciclette sono state rubate, e che il servizio è stato disattivato...

Questo articolo è il primo di una mini-serie dedicata alle città europee vissute da ciclisti. La prossima tappa sarà Roma. Se anche voi avete un'esperienza da raccontare o una città da esplorare in sella alle due ruote, scriveteci per collaborare.

Foto: © Benedetta Michelangeli