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Blog, l'Europa si racconta

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Soluzioni fantasiose alla crisi di dialogo fra Europa e cittadini o voci autoreferenziali destinate a perdersi nella rete? Viaggio fra i blog europei, new media in cui si scatena il dibattito intorno all’Europa, le sue Istituzioni, i suoi protagonisti.

Sarcastici, seriosi, irriverenti, ingessati, ironici, non-sense, politicamente s/corretti. Ce n’è per tutti i gusti. Così sono i blog, il volto non–istituzionale di quel famoso slogan “dialogo, democrazia, dibattito” con cui l’Unione europea cerca di far breccia nel cuore di cittadini sempre più euroscettici. Il dialogo c’è. Ed è soprattutto virtuale. E c’è pure la democrazia, o meglio l’e-democracy che viaggia sui bit. Per non parlare poi del dibattito: la blogsfera dà voce a una larga parte di cittadini che criticano il deficit di democrazia delle istituzioni europee. O semplicemente a quanti vogliono condividere on line critiche, suggerimenti e gossip in salsa comunitaria. Nella blogsfera si parla di Unione europea con un misto di entusiasmo ed irriverenza. Alcuni blog sono diventati perfino una palestra letteraria per sperimentare le nuove forme di giornalismo partecipativo.

Europa sì, Europa no? La parola ai bloggers

Ma cosa pensano i bloggers della crisi dell’Unione europea? «I blog si occupano molto di più e molto più criticamente di Europa rispetto ai media tradizionali» è l’analisi di Nicola dell’Arciprete, blogger e assistente di un Parlamentare Europeo. Piuttosto che concentrarsi su concettualizzazioni come la pausa di riflessione, hanno vocazione a personalizzare e dare un volto alle idee. Purtroppo la scarsa trasparenza dell'Ue non li aiuta, ma forse anche grazie ai blog un giorno sapremo se un presidente della Commissione si fa la propria stagiaire a Berlaymont". In Polonia l’euro-entusiasmo del 2004 ha lasciato gradualmente il posto a scetticismo e lamentele. E’ quanto emerge dall’analisi di Marysia Amribd, che ha monitorato gli umori della rete: “Alcuni blog polacchi forniscono semplicemente una diagnosi, sono perlopiù commenti generici sulla crisi dell’Unione europea, ma difficilmente suggeriscono una soluzione o un’alternativa costruttiva”. Konstytucja, creato prima dell’ingresso della Polonia nell’UE, sottolineava gli aspetti negativi che questo processo avrebbe comportato. Chmureczka è un esempio di come l’Europa entri nelle pieghe della vita quotidiana: la sua autrice utilizza il blog come un diario, ma scrive anche che è annoiata dai discorsi sull’Ue.

Tra informazione e dibattito

Publius è un blog colletivo in francese sul controverso tema della costituzione europea. La varietà dei punti di vista degli autori è il punto di forza di questo blog, che offre una polifonia di voci che partecipano al dibattito europeo.

Les coulisses de Bruxelles è il blog di Jean Quatremer, giornalista di Libération che da oltre quindici anni si occupa di Unione europea. L’obiettivo del blog è spiegato dal suo stesso autore: “fare una cronaca dei grandi e piccoli avvenimenti legati alla vita dell’Ue, dare sostanza a un’avventura troppo spesso percepita come tecnocratica”. Dalle pagine di Taurillon si leva una voce condivisa dall’euro-generazione: "Riservare una parte sufficiente del bilancio europeo per le attività destinate ai giovani."

Ci sono poi i blog collettivi per gli “addetti ai lavori”, come ad esempio Quoi de neuf en Europe che si occupa di attualità e diritto comunitario, animato dalla convinzione che "Nascosta dal dibattito politico sul futuro dell'Unione, esiste una realtà ben concreta: il potenziamento di un ordinamento di diritto che influisce concretamente sulle nostre vite, un ordinamento semi sconosciuto”.

Passando ai più sagaci, come non citare Europhobia, un blog che si occupa delle relazioni internazionali da una prospettiva anglo-europea”? Animato da una sorta di ‘euro-scettico pentito’, il blog è caratterizzato da spirito critico e non lesina analisi sferzanti. E ancora citiamo The road to euro serfdom e Samizdata, che si autodefinisce “un blog per gente dotata di una prospettiva criticamente razionale e individualista”.

Ed ora la parola passa al lettore, sempre più attivo ed internauta, stimolato dalle altre opinioni e coinvolto nel dibattito in prima linea.