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Blair il seduttore nella Francia di Sarkozy

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La Parisienne di cafébabel

Tony Blair è recentemente venuto a dar man forte ai quadri dell’UMP nella battaglia delle elezioni comunali francesi. Utilizzando con destrezza lo humour come arma di comunicazione politica, l’ex Primo Ministro avrà dato una lezione di comicità al nostro « energetico » presidente ?

Come prendere in giro un parterre di funzionari e militanti UMP impegnati in una lotta, quella per le elezioni comunali, dalla posta in gioco evidentemente locale (qualsiasi accostamento fra questo congresso e le convention del sarko-superstar dei tempi delle presidenziali è puramente casuale)?

Tony, che non lesina mai una bella battuta

Risposta : chiamate Tony, il cugino inglese, che non lesina mai una bella battuta ed è sempre pronto a distendere gli animi degli invitati. Un tempo cantore della « Cool Britannia », l’ex Primo Ministro britannico non ha perso neanche un po’ della sua verve e della sua disinvoltura. Dopo aver ricordato che in Inghilterra lui è stato laburista, aggiunge, in un francese che tradisce un leggero accento british, che in Francia sarebbe "... probabilmente al governo". E vai con le risate. Ma no, tranquilli, ci rassicura Tony ; sarebbe nel Partito Socialista « fra le fila di coloro che lavorano per rinnovarlo.» L’avranno presa bene al PS, regalmente snobbato da Tony in occasione della sua scappata in Francia. Si capisce, questo neo-convertito non è particolarmente in odore di santità fra i socialisti francesi.

Che importa, il nostro amico, ex-inquilino del numero 10 di Downing Street, sapeva di aver già incantato il suo pubblico. Si è così concesso un altro piccolo strappo al protocollo dei meetings dei conservatori. Ha salutato il nostro presidente « energetico in ogni ambito ». Sarkozy ha riso tanto che a stento è riuscito a bloccarsi la mascella; neppure Bigard da Benedetto XVI faceva tanto ridere.

Le virtù dello humour politico, differenze di stile

I momenti comici che ci ha regalato Blair sono ricchi di insegnamenti. Mostrano a coloro che ancora ne dubitavano che l’umorismo è molto utile nella comunicazione per far inghiottire i rospi più grossi. In questo caso, quello di un leader del rinnovamento socialista europeo che si mette a gareggiare con un presidente di destra che predica un’apertura piuttosto contestata.

E’ interessante mettere a confronto la prestazione britannica e la conferenza stampa fiume tenuta da Nicolas Sarkozy il giorno prima. Si è visto lo stesso presidente cimentarsi nella stessa strategia. Un po’ di umorismo può rivelarsi utile per rabbonire le masse in questi tempi grigi. Problema : quando Sarko scherza, digrigniamo i denti. Alla giornalista che l’interroga su Carla Bruni risponde : "mi stupisce che abbia aspettato la seconda domanda ». A Laurent Joffrin (redattore capo del quotidiano Libération) , preoccupato delle derive da monarchia elettiva, risponde per le rime : "siamo nella società dello sviluppo sostenibile, si metta al passo coi tempi". Sarko usa l’umorismo contro i suoi interlocutori, con l’intento di ridurli al silenzio e rendere ben chiaro a tutti che è lui a stabilire le regole del gioco. Abbiamo osservato esattamente la stessa strategia durante la campagna elettorale, il candidato se la prendeva con i suoi oppositori a suon di (belle) parole attentamente scelte. 

Blair, dal canto suo, gioca secondo le regole dello humour britannico, a piccoli tocchi, quasi con  goffaggine (lo scivolone su "energetico" era forse calcolato?). Si affida al  lato assurdo della politica e sfiora il tema della vita privata del presidente facendo solo un’allusione discreta. Questa strategia risulta più accattivante e conquista il favore del pubblico (già ammaliato, a dire il vero).

Blair, vincitore della prova d’improvvisazione

Nel gioco della comunicazione politica fatta a colpi di humour, l’inglese ha dimostrato anche la sua superiorità quanto a capacità di improvvisare. Tatto, finezza e malizia valgono più della replica assassina e del disprezzo ostentato. Sorvoleremo sulla smorfia di autocompiacimento di Nicolas quando lancia le sue frecciate, così sgradevole rispetto allo sguardo smarrito alla Archimede Pitagorico di Blair.

Riconosciamolo lo stesso un vantaggio a Sarkozy: almeno quando lui cerca di raggirarci a furia di battute, noi restiamo in guardia. Un Blair, invece, con la sua retorica affilata, ha sicuramente sparato molti colpi a vuoto con la sua aria maliziosa.