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Big Brother slovacco

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Politica

Con la soppressione dei controlli alle frontiere il confine orientale è sotto l'occhio vigile del "Grande Fratello". E somiglia sempre più ad una fortezza.

Jacky è l'eroe della serata. Il retriever delle autorità doganali slovacche ha fiutato un nascondiglio di sigarette in una Opel ucraina. Il conducente del veicolo ha dovuto aprire e smontare la sua auto sotto gli occhi dei doganieri. Stecche di sigarette ovunque, disposte in modo da trovare spazio in tutte le cavità possibili. L'uomo rischia fino a tre anni di prigione e un divieto di ingresso di cinque anni.

A Vysne Nemecke, il valico più grande tra Slovacchia e Ucraina, questa è la prassi. Ma i contrabbandieri di sigarette sono solo dei "pesci piccoli". Con un aiuto massiccio da parte dell'Ue, la Slovacchia ha reso più fitti i controlli sul confine orientale, ultimo posto di controllo tra l'Ucraina e l'Oceano Atlantico, soprattutto contro i migranti indesiderati.

In diretta dal confine

Miroslav Uchnar, capo della nuova centrale di polizia della cittadina di Sobrance, nella Slovacchia orientale, parla di un «piccolo miracolo». Fino all'ultimo l'Ue sembrava voler escludere la Slovacchia dall'allargamento di Schengen. I cechi, che avevano puntato tutto sulla libertà di movimento dei propri cittadini all'interno dell'Europa, minacciavano di chiudere il proprio confine con la Slovacchia nonostante cechi e slovacchi abbiano vissuto insieme per quasi tre quarti di secolo e che, dalla separazione avvenuta nel 1993, ci fossero buoni rapporti di vicinato. Robert Kalinak, Ministro degli Interni slovacco, ricorda con terrore quando la Slovacchia, con la sua insufficiente preparazione per Schengen, causava non pochi grattacapi a Bruxelles e Praga. Ma adesso il 35enne Kalinak raccoglie applausi con orgoglio: «Quando il mio collega lussemburghese ha visitato il confine, si è piazzato davanti ad una recinzione di confine e ha detto ai giornalisti: "Ora mi trovo sul confine ucraino-lussemburghese". Non esiste miglior complimento». Intanto, divertito, controlla nel suo monitor immagini in diretta dai quasi 100 chilometri di confine fino a Bratislava.

Al confine tra Polonia e Ucraina(Foto Jan Zappner/ n-ost.de)

Fortezza ad Oriente

Per mostrarci coloro che cercano di valicare il confine, Kalinak deve ricorrere a vecchie registrazioni video. «Non abbiamo dati aggiornati», dice quasi giustificandosi. «Si è diffusa la voce che abbiamo costruito una fortezza. Da allora i migranti preferiscono arrivare ad Occidente attraverso l'Ungheria e la Polonia». Kalinak parla con gratitudine della «solidarietà degli europei». Avrebbero procurato un terzo dei 100 milioni di euro che sono stati investiti nel rafforzamento del confine.

Nel comando di Sobrance è tutto tranquillo. Sei operatori siedono in una stanzetta in cui scorrono tutte le immagini del confine: niente filo spinato, né impianti di spari automatici, né campi minati. Telecamere e pattuglie mobili verificano che nessuno entri con facilità nello spazio di Schengen. Nel tratto meridionale del confine, pianeggiante e ben visibile, le telecamere sono poste a distanza di soli 186 metri. Con l'oscurità o in caso di cattivo tempo si attivano automaticamente gli infrarossi. Nella parte settentrionale, geograficamente meno accessibile a causa di crepacci montani, speciali apparecchi visivi impediscono l'immigrazione clandestina. Si tratta di un'invenzione slovacca che, fino a cinque chilometri di distanza, è in grado di distinguere tra uomini e animali. «Nessuno credeva che funzionasse», ricorda il capo della polizia Uchnar. «Poi abbiamo fatto una dimostrazione con un poliziotto di pattuglia. L'uomo veniva individuato dalla telecamera, ma il suo cane no». Il 'Grande Fratello' controlla anche strade e ferrovie e i camion vengono passati allo scanner. Ogni uomo che si nasconde lì dentro cade vittima della tecnologia. Anche in questo caso nessuna chance per chi vuole arrivare al paradiso europeo. Chi ce la fa a sgattaiolare deve calcolare di poter essere preso fino a 40 chilometri all'interno del Paese.

Nella stazione di polizia i rifugiati non vengono solo interrogati, ma assistiti in prima linea. «Abbiamo avuto casi impressionanti», dice il capo della polizia Uchnar. «Come quello di una donna cecena totalmente stremata e confusa che abbiamo trovato in un bosco. Stringeva a sé uno dei suoi quattro figli. L'unico sopravvissuto alle fatiche della fuga». Prossimamente un medico del luogo aprirà qui un ambulatorio. Chi non fa richiesta di asilo in Slovacchia, viene rispedito in Ucraina. «La collaborazione con la controparte scorre senza attriti», si complimenta Uchnar. Naturalmente ci sono delle eccezioni. Così i doganieri ucraini hanno ripetutamente fornito aiuto a contrabbandieri e trafficante di clandestini. Per evitare che questo accada sul versante slovacco, la dura vita della polizia di confine viene addolcita finanziariamente. In media, nella Slovacchia orientale, le persone guadagnano 378 euro. I doganieri, il cui numero è passato dai 240 del 2004 agli 886 attuali, prendono l'equivalente di 840 euro. «Questo deve servire anche a togliere di mezzo la tentazione di farsi corrompere da migranti o contrabbandieri», spiega Uchnar. Chiaro, i funzionari conoscono benissimo il "Grande Fratello". E sanno bene che ai colleghi difficilmente sfuggirebbe qualcosa.

L'autore è membro della rete di corrispondenti n-ost

Foto nel testo Jan Zappner/ n-ost.de

Translated from 'Big Brother' auf Slowakisch