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Berlino, Europaplatz: lato taxi o lato parcheggio

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Berlin-Hauptbahnhof, stazione centrale. Nuovo orgoglio architettonico della città. Ma sono ancora molti quelli che ignorano il nome della piazza in cui si trova.

Stazione centrale di Berlino. Seduta su un blocco di cemento un'adolescente, avvolta nel suo cappotto, grida al cellulare: «Sono davanti alla stazione, mamma, dal lato del parcheggio. Sì, dove partono gli autobus!», aggiunge, dopo essersi guardata attorno alla ricerca degli elementi che potevano descrivere meglio il luogo.

Nuda e noiosa

‘Lato parcheggio’ o ancora ‘lato taxi’, è così che la maggioranza dei viaggiatori descrive la piazza della Stazione centrale di Berlino alle persone che li verranno a prendere. Del resto in questa stazione, che si estende su quattro livelli, il cartello ‘Europaplatz’ (Piazza dell’Europa ndr), contrariamente alla consuetudine tedesca, è piuttosto discreto, senza contare il fatto che la relazione tra questo luogo e l’Europa non è così immediata. Solamente trovandosi proprio di fronte alla porta a vetri dell'uscita, e a patto che non si vada troppo di fretta, il viaggiatore potrà individuare in lettere bianche su fondo marino l’indicazione «Europaplatz». Come se la municipalità di Berlino si fosse pentita di aver chiamato ‘Europa’ una piazza così «nuda e noiosa», come confida un cittadino di Amburgo di passaggio.

Approdata su un'isola deserta

Capelli arruffati e occhi ancora gonfi, Florence e Matthias sono appena arrivati da Parigi con il treno notturno e le prime luci del mattino. Florence è la prima volta che viene a Berlino e rimane un po' disorientata dallo spazio immenso, troppo vasto, quasi senza limiti, e dall’aria abbandonata e senza strutture in cui si ritrova appena uscita dalla stazione. «Ho l’impressione di essere approdata su un’isola deserta dopo una tempesta. Se questa è Berlino o peggio, se questa è la visione dell’Europa a Berlino!» Risentito, Matthias insorge: «Questa stazione è stata inaugurata da appena un anno, subito prima della Coppa del Mondo di calcio, nel maggio 2006. Per anni non è stata altro che la semplice stazione di S-Bahn, in mezzo a un territorio indefinito. Lascia ai berlinesi il tempo di appropriarsi dello spazio». Anzi, per Matthias il nome si addice al luogo. Come questa piazza, l’Europa è un vasto spazio geografico, un nodo di comunicazioni, un luogo di passaggio ed uno spazio geopolitico in divenire. Ed è vero.

Pausa sigaretta, pausa cellulare

Sono solo le otto del mattino e l’Europaplatz brulica di gente. Quasi ad ogni istante sul marciapiede appaiono nuovi viaggiatori. Pausa sigaretta, pausa cellulare. Alcuni fermano i taxi parcheggiati in fila proprio davanti alla stazione, altri attraversano la strada e si intrufolano velocemente tra le biciclette parcheggiate, per accedere alle fermate degli autobus, alcuni metri più in là. Autobus che vanno verso Kreuzberg, il quartiere multiculturale del Sud-Est, verso Friedrichshain, quartiere alternativo dell’Est, o verso de Mitte, la zona chic del centro, e anche più lontano, al di là dei Kiez (quartieri popolari ndr) verso Marzahn, Pankow o Wedding. La piazza dell’Europa è senza alcun dubbio un centro nodale di Berlino. Ma nient’altro.

Chioschi kitsch

Prima di proseguire il loro itinerario, alcuni viaggiatori affamati faranno una pausa al chiosco all'angolo. Se invece si prosegue nel secondo parcheggio, quello degli autobus, al bordo della strada, uno accanto all’altro si troveranno degli stand gastronomici. Un assaggio delle tendenze culinarie multiculturali della città? Una prova che la concezione berlinese dell’Europa non è limitata nello spazio, ma si apre alla Turchia e all’Asia? Non proprio.

Sulla piazza vuota, questi chioschi dall’aspetto kitsch e dalla musica tipica sono piuttosto la dimostrazione che il junk food (cibo spazzatura) ha conquistato anche questo mercato: veloce, economico e poco appetitoso. Voglia di un wok asiatico o di una zuppa vietnamita semi trasparente per due euro? Di un donuts gocciolante di zucchero e di frittura al cioccolato? Eccovi accontentati. E dopo? Nient'altro. O piuttosto sì, un vasto spazio senza fine. Il parcheggio degli autobus continua ancora dietro ai chioschi fino alla strada degli Invalidi, che porta in altre direzioni. L’Europaplatz non ha limiti geografici: come il suo omologo?

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Translated from Berlin, Europaplatz : côté taxi et côté parking