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Berlin liebt dich

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società

Berlino ti ama. Berlino è giovane e non si vergogna della sua esuberanza. Un italiano passeggia per le strade ed entra nei locali di una capitale che non ti aspetti, curiosando nella sua anima a "luci rosse". Lontano dai "ghetti del sesso" di Amsterdam e dalle ipocrisie del Belpaese, tra i corpi nudi di chi non vive la sessualità come un tabù.

Un cartello dice che la vasca idromassaggio è solo per sei persone al massimo, ma secondo me si sbaglia, perché siamo già in tre e non stiamo così larghi. In sei dovremmo stare tutti rannicchiati e poi il relax delle bollicine va a farsi friggere. Sono immerso con questi due tedeschi che cantano "Azzurro" di Celentano pensando di farmi un favore. La cosa non mi dispiace, sono di buon umore e ci do dentro anch’io. I miei compagni improvvisati sono un tizio pelato pieno di tatuaggi e una bionda che ogni tanto tira un sorso da un cocktail. Poco prima lei era a novanta in un materasso rosso di plastica che urlava «Geil! Geil!» mentre dietro di lei c’era la fila per scoparsela, così come davanti ce n'era un'altra per farselo succhiare. È un mercoledì berlinese e sono allo Swingeroase Zwiespalt, la giornata delle gang-bang.

Sich entspannen = to chill out

Per 70 euro hai un pass di 12 ore (from 9am to 9 pm) e tutte le donne che possono passare di lì accompagnate dai loro uomini; poi sauna, idromassaggio, massaggi, docce, buffet, consumazione illimitata analcolico-alcolico-superalcolico. Tutto incluso. Compreso l’asciugamano che sarà per tutto il tempo il tuo unico vestito, un paio di ciabatte, l’armadietto personale e i preservativi. Per me che sono italiano, tutto ciò posso immaginarlo solo come una di quelle cose super lusso che si fanno i nostri politici a prezzi con infiniti zeri. Invece lo Swingeroase Zwiespalt è qui a Berlino, un centinaio di metri a piedi da Hermanstrasse, l’ultima fermata dell’U8. La linea blu sulla mappa della città.

A Berlino, la sessualità non è un tabù

Che sono italiano si vede lontano un chilometro: sono sempre lì che mi volto a guardare ogni donna nuda a tiro d’occhiata, una cosa che non si fa. Almeno non al bancone del bar, nella sauna o nell’idro: zone franche, dove si parla, si beve e nient’altro. Credo che sia un po’ quello che i naturisti chiamano "purificare la mente": lo stare insieme nudi senza fare strani pensieri. Una cosa che mi risulta un po’ estranea, perché da dove vengo io, i nudisti sono tollerati come un brufolo sulla faccia: lo si sopporta, ma se si può schiacciarlo senza fare troppi danni, si congiungono l’indice della mano destra e l’indice della mano sinistra per fare una bella spremuta.

«Siamo qui per rilassarci» mi fa la bionda usando il verbo entspannen come non sono più capace di ripetere e chiedendomi «alles gut?» perché in vasca faccio la figura del pesce lesso. «In Italia questo tutto questo non c’è?», mi chiede. Mi girano per la testa un milione di risposte in un secondo ma abbozzo solo un «nein» prima di fare la mia parte cantando Azzurro.

U-Bahn 8

Dal centro della città fino al profondo sud è possibile imbattersi in club e bordelliLa U-Bahn 8 taglia Berlino da nord a sud, da Wittenau giù fino a Hermanstrasse, quasi 45 minuti di viaggio. Solo dal quartiere centrale di Mitte fino al profondo sud, vale a dire mezza corsa, le possibilità di imbattersi in bordelli e club di ogni genere non mancano. Dal Tiffany, una delle case di appuntamenti più conosciute di Berlino, fino al Mondschein, un "frivole bar", dove dalle 12 alle 18 per 35 euro è possibile acquistare un pass orario - buono per la pausa pranzo o il dopolavoro, come spiega anche il sito - e rilassarsi con 4-5 ragazze tutte per voi.

«Ma in Italia tutto questo non esiste?», mi chiedono sempre. E io muto. «Certo da voi c’è il Papa!», continuano. «Eh già, non si può», abbozzo sempre. «Eppure i vostri politici, con tutti quegli scandali sessuali!», insistono tutti. «È che bisogna arrivare a un certo livello prima di permettersi certe cose, non tutti possono», butto lì come risposta. Ovunque le solite domande. Ovunque le solite discussioni tra tedeschi e gli altri europei, a tracciare le differenze tra i rispettivi paesi: in Francia c’è qualcosa, ma molto più caro, nel Regno Unito idem, in Italia «si può, ma non si deve, e forse non si può nemmeno», solo in Svezia sono ancora più restrittivi: «è vietatissimo e tutto underground» mi disse una volta questo svedese scostando la testa e con un tono che non lasciava presagire nulla di buono.

I red light district non stanno qui

Che a Berlino il sesso non fosse un tabù lo avevo immaginato subito. Insomma, la città non ha fama di Amsterdam o delle altre capitali dell’est Europa, ma nelle mappe impugnate da molti turisti tra i main sponsor, oltre a ristoranti e negozi, ci sono anche le case di appuntamento. E poi c’è quel tizio grasso esperto di vita mondana nella guida Lonely Planet, che, ammiccando, ti dice che se uno vuole fare sesso, è fin troppo facile.

A differenza di altre città europee, il sesso non è ghettizzato, ma spalmato sull'intera cittàDetto questo, passeggiando in strada non si noterebbe nulla. Non un’insegna o un neon di notte che lampeggiano, nulla. Solo le prostitute a Mitte, lungo la centralissima Rosenthaler Str.-Hackescher Markt-Oranienburger Str. Fasciate nei loro completi di pelle, sembrano appena uscite dal quartiere a luci rosse del film Sin City, fermamente decise a spennare tutti i turisti che passano vicini ai loro stivali e corsetti.

Tolto questo spettacolo dettato dal consumismo sessuale di massa, il resto dell’offerta è spalmato sull’intera città, quasi a uso esclusivo degli abitanti o di chi sa cosa cerca. Se ad esempio sfogliate Siegesäule, una rivista di cultura lesbo-gay, troverete una mappa con tanti pallini rossi a indicare i posti caldi. Ne troverete un numero esagerato e sparpagliati in tutta la città. Niente quartieri a luci rosse, o ghetti del sesso: Berlino è giovane e non si vergogna della sua esuberanza. Berlin liebt dich.

foto: jimbus.org/flickr; rubenwojtecki/flickr; A. Fontalive./flickr; dev null/flickr