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Autonomia e affidabilità: austerity made in Lituania

Published on

Story by

Britta Kuck

Translation by:

Elisabetta Cassone

Politica

La lista dei pargoli d’Europa si infoltisce. Dopo Cipro, la Slovenia potrebbe essere il prossimo paese degente a chiedere gli aiuti del fondo salva-stati dell’eurozona, anche se tenta ancora di monitorare i suoi problemi autonomamente. Così come in passato ha fatto la Lituania.

Lo stato baltico lituano potrebbe essere ritenuto il padre di questa condotta votata alla risoluzione autonoma dei problemi. Nel 2009, la Lituania ristagnava in una profonda situazione di crisi. Tuttavia, non ha mai preso in considerazione l’ipotesi di ricorrere agli aiuti del Fondo Monetario Internazionale (FMI). “I paesi che non si sanno aiutare da sé sono deboli per definizione”, afferma la presidente lituana Dalia Grybauskaite. E anche per questo atteggiamento è stata insignita lo scorso 9 maggio, in occasione della Festa dell’Europa, del Premio Internazionale Carlo Magno della città di Aquisgrana, riconoscimento assegnato a personalità con meriti particolari in favore dell’integrazione e dell'unione in Europa.

Dopo il suo mandato quinquennale in qualità di Commissario europeo, Grybauskaite si è trasferita da Bruxelles a Vilnius nell’anno della crisi. È stata eletta Presidente con una maggioranza del 68%, trovandosi a fare i conti con l’economia del paese ridotta del 15%, un calo del 20% delle entrate statali e un tasso di disoccupazione del 18%.

Uno dei cicli di austerity più rigidi dell‘UE

Il governo di centro-destra dell’allora Primo Ministro Andrius Kubulius aveva decretato drastiche misure di austerity, iniziando da se stesso. Tutti gli stipendi dei mandati pubblici erano stati ridotti del 30%, così come lo stipendio dello stesso Primo Ministro e quello della Presidente. Erano stati effettuati tagli anche alle pensioni. L’austerity dei lituani risultava - fatta eccezione per l’Irlanda - una delle più rigorose nell’Unione europea. L’imposta sul valore aggiunto salì dal 18 al 21%, l’imposta sul reddito delle società dal 15 al 20%.

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I lituani si sforzano di osservare i criteri dell’eurozona. Dal 1° gennaio 2015 la Lituania desidera aderire all’unione monetaria come ultimo paese baltico. L’Estonia è già membro e la Lettonia vuole introdurre l’euro nel 2014. La Lituania non soddisfa ancora tutti i criteri; il tasso di inflazione nel 2012 si attestava al 2,8%, ossia circa un punto percentuale al di sopra del valore medio di riferimento di Germania, Francia e Italia.

Già due anni prima dell’ingresso della Lituania nell’UE lo scorso 1° maggio 2004 la moneta locale litas è stata collegata fortemente all’euro. L’introduzione dell’euro darebbe alla Lituania il vantaggio di sopprimere le tasse per le transazioni di cambio. Vi è però chi critica la perdita di autonomia nella politica monetaria lituana e chi sottolinea che il paese baltico trarrebbe benefici dall’euro solo quando l’UE avrà sotto pieno controllo i novelli membri più deboli.

Anche se la Lituania ha superato la crisi economica, il tasso di disoccupazione con la sua percentuale approssimativa del 13% si rivela ancora comparativamente alto. La disoccupazione giovanile si attesta al 26%. A ciò si aggiunge il valore del salario minimo, chiaramente al di sotto della media europea. Agli inizi del 2013 questo valore è stato aumentato da 850 a 1000 litas dal governo di centro-sinistra del Primo Ministro socialdemocratico Algirdas Butkevičius, vale a dire un equivalente di appena 290 euro.

Premio Carlo Magno e Grybauskaite alla Presidenza UE

Il prossimo 1° luglio la Lituania assume per la prima volta la presidenza del Consiglio dell’Unione europea. Uno degli obiettivi della Lituania è quello di regolare il quadro finanziario dell’UE per gli anni che vanno dal 2014 al 2020. E a tal riguardo Dalia Grybauskaite parteciperà seriamente al dibattito dicendo la sua. Nel 2005 la Presidente è stata definita “Commissario dell’anno”. Il suo team ha affrontato le cifre che hanno portato all’accordo sul bilancio dell’UE per il periodo 2007-2013. “Vedo chiaramente dinanzi a me i miei obiettivi”, ha affermato in quella sede Grybauskaite, “e faccio tutto il possibile per raggiungerli”. Martin Schulz, Presidente del Parlamento europeo, ha menzionato la Grybauskaite nel suo discorso elogiativo in occasione del conferimento del Premio Carlo magno definendola “donna di parola”. Con lei come Capo di stato, la Lituania è sulla strada giusta. E la maggior parte dei paesi sono d'accordo con le sue decisioni.

Immagini: copertina (cc)paval hadzinski/flickr, Grybauskaite (cc)President of the European Council/flickr

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Translated from Litauen: Der Pate und die Frau des Wortes