Participate Translate Blank profile picture
Image for Architettura e monumenti nei Balcani: il cantiere nazionalista

Architettura e monumenti nei Balcani: il cantiere nazionalista

Published on

società

"L'amore dell'architettura nazionale deve trarre ispirazione dalla nazione stessa", disse Victor Hugo. Nazionalismo ed urbanizzazione possono dunque essere strettamente connessi. La pensa così anche qualcun altro. Da oltre vent’anni si nota questo legame nei giovani Stati nati dal vecchio territorio jugoslavo.

Da uno Stato unico a sette, diventa allora necessario costruire qualunque cosa permetta di distinguersi, a qualsiasi costo, dai propri vicini.

Attraverso questo "amore per l’architettura nazionale", i progetti hanno significati ed origini differenti. I riferimenti religiosi, storici, letterari riportano all’ordine del giorno antiche contrapposizioni. Facciamo il punto su due progetti, che coinvolgono storia e religione.

Gesù in Dalmazia

Le vacanze non sono ancora finite, prendiamo dunque una boccata d’aria sulle idilliache coste della Dalmazia. In programma acque limpide, sabbia fine, natura incontaminata e figli di Dio. "Voglio un Gesù più grande di quello di Rio". Due anni fa, Željko Kerum, controverso sindaco di Spalato, annunciava così la costruzione della più grande statua di Gesù Cristo al mondo, sulla collina di Marjan dove era già stato inoltre scritto "Tito". La statua, alta ben 39 metri, dovrebbe superare di due metri la ben più celebre statua del "Cristo del Pacifico" a Lima, Perù. Non è di certo la prima volta che Kerum ha dei propositi monumentali. Qualche anno fa aveva suggerito la costruzione di una statua dedicata a Franjo Tuđman, primo presidente della Croazia che contribuì a guidare il paese verso l’indipendenza.

Sorprendente? Al di là delle iniziative provocatorie del sindaco di Spalato, il turismo è uno dei motori principali dell’attività economica della regione. La creazione di una nuova attrazione turistica, sulla scia di O Cristo Redentor, non può che portare benefici. Non dimentichiamo che la regione fu devastata dalla guerra per l’indipendenza (1991-1995). Confinanti con il Montenegro e la Bosnia, le città costiere dovettero subire i bombardamenti dell’esercito serbo. I croati non l’hanno dimenticato edalcuni continuano a nutrire sentimenti nazionalistici piuttosto radicati. In questo modo, la costruzione di un Cristo gigante, simbolo della cristianità cattolica, viene vista allora in opposizione agli orientamenti dei vicini confinanti, come la Bosnia (Stato multireligioso), la Serbia e il Montenegro (Stati a maggioranza ortodossa).

Occorre sapere che nei paesi balcanici la religione è sempre stata un importante fattore di identità e liberazione. Questo spirito di emancipazione è stato diffuso dalla Chiesa nella lotta contro gli invasori Ottomani. Un evento di rilievo ha poi contribuito ad accelerare il processo. Il 24 giugno 1981, la Vergine Maria fece irruzione a Medugorje (in Bosnia)… Al di là delle pie voci, non si è più persa da allora occasione per far si che la "Gospa" (nome croato per indicare la Vergine) , fosse utilizzata dai dirigenti nazionalisti del paese. Questa apparizione è la prova, per molti, che la Bosnia è una nazione santa e cattolica.

Kusturica e la Drina

Lasciamo stare la Vergine e diamo un occhiata sul versante del maligno. Il regista Kusturica ha tentato di far divenire la città bosniaca di Visegrad un simbolo. Questa borgata è notoriamente famosa per il romanzo-cronaca, Il Ponte sulla Drina, che lo scrittore bosniaco e premio Nobel per la letteratura nel 1961, Ivo Andric, le ha dedicato. Essendo piuttosto apprezzato nei Balcani, Emir Kusturica ha grossa influenza. Al centro del suo nuovo progetto c'è l'idea di una Walt Disney balcanica proprio a Visegrad. Idea lodevole, ma piuttosto criticata per la sua pretesa esaltazione della nazione serba.

La città non è esclusivamente lo spazio in cui si svolge l’opera di Ivo Andric. E’ anche il luogo di nascita di Mehmed Pacha Sokolović, il costruttore del ponte divenuto visir sotto il regno di Solimano il Magnifico. Cosa c’è di meglio per evocare la "serbitudine" che creare in questi luoghi "imperiali" una città turistica in grado di glorificare la nazione serba? Per dare un forte valore simbolico all’idea, i lavori sono iniziati lo scorso anno, il 28 giugno 2011, il giorno della festa di Vidovdan (festa nazionale serba), che celebra la battaglia del principe serbo Lazar contro i Turchi nel 1389 a Koosovo Polje (la piana dei merli). Con lo scopo di rafforzare il concetto, il 28 giugno di quest’anno, Kusturica ha inaugurato una parte di "Andricgrad", che pare sia il nome finale dato al progetto.

Foto di (cc) kkseema/flickr ; testo: (cc) amerikov/flickr.

Translated from Architecture et monuments des Balkans : l’érection nationaliste