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Anche Bruxelles è una festa

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Translation by:

Federica Formichi

Dal 22 marzo, un giorno triste e interminabile, Bruxelles occupa le testate giornalistiche di tutto il mondo. Nonostante i tentativi dei belgi, la capitale europea viene associata sempre più al terrorismo. Tuttavia, non tutto è grigio nella città che vide la nascita di Tintìn.

Facciamo una prova: apri una nuova finestra nel tuo computer, scrivi "Bruxelles" nella ricerca e concentrati sui primi risultati. Cosa vedi? Polizia, Molenbeek, Schaerbeek, attentati, jihadismo, Salah Abdeslam, Zaventem, esplosioni, morti, vittime, ospedali...Secondo i media, la capitale del Belgio si è trasformata nella culla europea del terrorismo più radicale. Per questo, ci bombardano con immagini della traedia e con numerose notizie che, in certe occasioni, non sono nemmeno del tutto vere.

Quando ci furono gli attentati del 13 novembre a Parigi, si scoprì che i terroristi venivano, soprattutto, da Molenbeek-Saint-Jean, uno dei 19 comuni che formano la Regione di Bruxelles Capitale. Subito dopo quella tragedia, il Governo belga ha aumentato il livello di minaccia terrorista e ha riempito le strade di militari. Le immagini che si sono diffuse per tutto il mondo mostravano una città deserta, paralizzata dalla paura. Tuttavia, la realtà era molto diversa: il Mercato di Natale continuava; la gente si incontrava con gli amici per bere una birra nella zona di Les Halles Saint-Géry; la popolazione continuava con la propria vita nonostante la presunta minaccia imminente...

Bruxelles, capitale del paese delle patatine fritte e della birra trappista, sede delle istituzioni europee e casa di Tintìn e dei Puffi, viene associata ora al terrorismo e alla morte. Però non tutto è grigio in questa città che conta più di un milione di abitanti. Poco dopo gli attacchi al Bataclan, i parigini si unirono al grido di "Parigi è una festa", frase ripresa dal grande Ernest Hemingway. Non volevano cedere alla paura; i terroristi desideravano diffondere il panico e, per questo, dovevano dimostrare che non avevano vinto, che Parigi continuava a restare in festa. Perchè non fare lo stesso con Bruxelles?

Nella capitale d'Europa non dovremmo restare in casa per la paura. Ci sono numerosi eventi che, a causa dei recenti avvenimenti, passano totalmente inosservati per coloro che non hanno mai vissuto a Bruxelles, e che continuano però a procedere con attenzione tutte e ognuna con operazioni di polizia in corso. Di seguito offro una piccola lista per mostrare che, al contrario di ciò che si vede in televisione, anche Bruxelle è una festa dove ci sono tante cose da fare. Se prima degli attentati di pochi giorni fa stavi pianificando un viaggio, non ci rinunciare. Qui ci sono alcuni suggerimenti su dove andare per restare a bocca aperta:

Visitare il Museo Magritte:

Provare le 3.000 birre del Delirium (o almeno provarlo):

Ver il tramonto da Mont des Arts:

Giocare a frisbee e fare pic nic al Parc du Cinquantenaire: 

Prendere qualcosa nelle terrazze del Saint-Géry e uscire a far festa a Les Halles:

-Mangiare le migliori Frit'n Toast della città in Frit Flagey:

Assistere ad un concerto nella sala Ancienne Belgique: 

Ver il meraviglioso tappeto di fiori che organizzano ogni due anni nella Grand Place: 

-Godersi gli Aperitivi e i 'Giardini Sospesi' in estate:

In definitiva, la popolazione di Bruxelles, che si caratterizza, certamente, per la sua multiculturalità, va avanti. Gli attentati di Zaventem e della stazione di Maelbeek sono stati un gran colpo, però non bisogna cedere al terrorismo. Rinunciare a fare una passeggiata per il centro a causa della paura o cancellare un viaggio serve solo ad alimentare l'odio. Non possiamo cadere in questo errore. Perché Bruxelles, nonostante tutto, sempre sarà una festa.

Translated from Bruselas también es una fiesta