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Allarme diossina: «Mozzarella troppo buona, resisterà»

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Antonio gestisce in Francia una società di distribuzione di prodotti italiani e mozzarella di bufala. «La Corea ha messo l’embargo perché vuole produrla».

«La mozzarella? Io la amo, ci ha cambiato la vita da quando, nel ’98, ci trasferimmo a Parigi col mio socio». Antonio Cristofano, 48enne napoletano, è amministratore di Marechiaro, una società che distribuisce prodotti alimentari italiani in Francia. E che ha cavalcato il boom della bufala DOP in Europa.

Come percepisce l’allarme della Commissione Europea per i rischi legati alla diossina in Campania in seguito all’emergenza rifiuti?

Tutto è iniziato con la decisione (il 24 marzo, ndr) della Corea del Sud di bloccare l’importazione della bufala. E sa perché? Perché come tanti paesi, anche i coreani producono la mozzarella… Comunque noi diciamo “no” agli allarmismi: per avere problemi bisognerebbe mangiarne quantità ingenti (due chili secondo il Governo francese, che ha annunciato e poi tolto l’embargo durante la giornata del 28 marzo, ndr) di mozzarella contaminata.

Ma non crede che si possa migliorare qualcosa nel processo di produzione del latte?

Certo, si potrebbe migliorare la qualità del fieno, dell’erba che si dà alle bufale. Ma, se il problema esiste, allora c’è per qualsiasi cosa che esca dalla terra e… dal mare. Si pensi al salmone.

La sicurezza delle mozzarelle cambia secondo la zona di produzione?

Il latte di quelle che commercializziamo viene dal basso Lazio, zona considerata non a rischio. In realtà anche nel Casertano non vi sono grandi problemi.

Teme un calo nelle vendite?

Per il momento nessun ordine è stato cancellato. Ma è ancora presto per dire. Sennò come si fa? Abbiamo appena acquistato un nuovo deposito, la mozzarella rappresenta il 20-30% del nostro fatturato… Ma sono fiducioso. È troppo buona.